Conclusa la fusione di Overmec all’interno di Galli dopo l’acquisizione avvenuta nel 2019, l’azienda di Vigevano, protagonista dal 1979 nel mercato della progettazione, produzione e vendita di macchine per la pelletteria, ha avviato un processo di integrazione e interconnessione per l’Industria 4.0, reso ancor più necessario dal periodo di crisi innescato dal Covid-19. Carlo Galli, amministratore delegato dell’impresa di famiglia, scommette sulla capacità di mettersi in discussione e cambiare rapidamente per adattarsi al cambiamento stesso.
Carlo Galli, ci siamo incontrati lo scorso novembre in sede quando, dopo una primavera in lockdown, il Covid-19 ricominciava a “mietere vittime”. Come ha reagito l’azienda al nuovo impatto della pandemia?
Oggi, come dopo la prima fase della pandemia, propendiamo per una visione ottimistica. Purtroppo non esiste una previsione chiara sul futuro perché nell’ultimo anno e mezzo si è verificato un drastico cambio di paradigma, un radicale mutamento di prospettiva. Stiamo cercando di adattarci alle necessità del momento, ai continui cambiamenti, utilizzando strumenti di flessibilità come lo smart working, il turnover, senza più ricorrere alla cassa integrazione. Fortunatamente i nostri dipendenti hanno reagito al meglio formando un bel gruppo compatto, hanno compreso le difficoltà e si sono resi disponibili nel modificare il proprio stile di lavoro. Abbiamo rivisto tutta l’organizzazione aziendale, cercando di sfruttare la situazione al meglio e di trasformare una condizione di debolezza in un punto di forza. Ci siamo messi in discussione e i fatti sembrano darci ragione.
Dopo la fusione di Overmec all’interno di Galli avete avviato una profonda fase di riorganizzazione del lavoro per ottimizzare la produttività: qual è il consiglio che si sente di dare alle aziende del settore colpite dalle conseguenze del Coronavirus?
Rispetto a novembre 2020 quando la fusione era in pratica ancora sulla carta, oggi possiamo parlare di un’unica vera identità importante, più forte di prima, che ha portato a risultati sicuramente positivi sia in termini di ottimizzazione del processo produttivo che di semplificazione e snellimento burocratico. Il calo di lavoro verificatosi in questo particolare periodo ci ha consentito maggiore tranquillità e tempi di rodaggio più efficaci. Non più concentrati solo sul risultato finale, abbiamo puntato l’obiettivo sulla formazione, sulla ricerca e innovazione, sull’acquisizione di nuovi clienti.
Al di là del caso Galli Overmec, la cui fusione è stata avvantaggiata da una base di partenza già strutturata, credo che la parola d’ordine per le aziende in crisi sia oggi “integrazione”: la collaborazione rappresenta la “conditio sine qua non” per non diventare vittime del sistema, stritolati dalle tasse e da una clientela che chiede certificazioni sui prodotti sempre più complesse e costose.
Posticipato a settembre, Simac Tanning Tech torna in presenza in un clima ancora incerto riguardo alla presenza di buyer stranieri: ritiene sia comunque importante partecipare nonostante il rischio di “sprecare un’edizione”?
Per noi il Simac, una delle più importanti fiere del settore al mondo, è sempre stato un buon punto di partenza, un momento di confronto e condivisione tra le aziende, un’occasione per capire l’andamento annuale e gli umori del mercato. L’annullamento dell’appuntamento di febbraio ha sì evitato di sprecare un’edizione per la quale non eravamo ancora preparati a causa del diffuso clima di paura e incertezza. Ritengo invece che l’imminente fiera in presenza fosse improrogabile, per dare finalmente un segnale di ripartenza, per esprimere la voglia di rilancio, per dimostrare che le aziende non si sono fermate, ma hanno reagito e sono tornate se possibile più forti di prima. Sarà un’edizione nazionale, europea, internazionale? Non lo sappiamo, ma contiamo soprattutto su una presenza fortemente qualificata, costituita da buyer pronti ad affrontare le restrizioni di viaggio perché realmente intenzionati, più che da semplici curiosi. Un’eventuale minore affluenza al nostro stand rispetto agli anni scorsi ci consentirà di dedicare a ogni cliente il tempo necessario a un’informazione più dettagliata. Speriamo che i numeri ci diano riscontro.
La semplificazione della macchina è alla base del vostro credo: come procede il restyling dei prodotti Galli e Overmec?
Il restyling procede molto bene, abbiamo lavorato tanto nell’unificare sempre di più le due realtà Galli e Overmec in termini di logiche e di processo di produzione, a favore di prodotti più semplificati e fruibili e risposte più rapide. Abbiamo ormai integrato il 70 per cento dei nostri macchinari. Grazie alla reciproca collaborazione e all’unione di esperienze e punti di vista diversi siamo riusciti a mettere in discussione il nostro operato e a valutare nuove opportunità di sviluppo. Stiamo puntando a un’evoluzione continua che i clienti sembrano apprezzare.
Cresce sul mercato la richiesta di impianti di produzione a certificazione green: come affrontate la sfida della sostenibilità?
Con macchinari interconnessi tra loro capaci di analizzare un numero crescente di informazioni al fine di aiutare il nostro cliente, produttore di articoli di consumo, a ridurre gli sprechi e gli scarti in termini di tempo e di materiali.
Con quante e quali novità arriverete al Simac?
A causa della riduzione degli spazi espositivi porteremo un numero limitato di macchine, tra le più significative e rappresentative del lavoro di restyling condotto finora. Nessuna novità assoluta a livello mondiale, ma macchinari rivisitati dal punto di vista costruttivo e dei materiali impiegati, prodotti più intelligenti, più interconnessi secondo i canoni dell’Industria 4.0, che abbiamo abbracciato a 360 gradi. Richiameremo l’attenzione sull’intera gamma dei servizi offerti, dalla creazione di software custom all’interconnessione di più macchine della stessa famiglia fino alla loro integrazione con i sistemi dei nostri clienti.
www.gallispa.com